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LA ZONIZZAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO COMUNALENovità
La zonizzazione acustica del territorio è il principale strumento preventivo per la tutela dell’ambiente esterno e dell’ambiente abitativo dall’inquinamento acustico. Fornisce il quadro di riferimento per valutare i livelli di rumore presenti o previsti nel territorio comunale e, quindi, la base per programmare interventi e misure di controllo o riduzione dell’inquinamento acustico. I principi fondamentali e le competenze in materia sono stabiliti dalla legge quadro 447/95.
La normativa di riferimento
Attualmente, a livello europeo, la normativa a cui è necessario fare riferimento per la determinazione e la gestione del rumore ambientale è la direttiva 2002/49/CE. Nel nostro ordinamento questa direttiva è stata recepita con il decreto legislativo n°194/2005.
Tale decreto a livello nazionale va a coordinarsi e ad integrarsi con la “legge quadro” n°447/1995.
Questa è stata però nel tempo preceduta dal D.P.C.M del 1° marzo 1991, dove venivano fissarti i limiti massimi di esposizione al rumore sia negli ambienti abitativi che nell’ambiente esterno. Questa prima legge però passò in realtà quasi inosservata e la sua reale applicazione non è mai avvenuta appieno.
Alla legge quadro fa seguito il D.P.C.M. del 14 novembre 1997 che determina i valori limite di emissione e di immissione ed i valori di attenzione e qualità, secondo una serie di tabelle che si rifanno alla classificazione acustica del territorio comunale.
Il territorio comunale
Il territorio comunale è stato suddiviso in sei classi acusticamente omogenee, in applicazione dell’articolo 1 comma 2 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 novembre 1997.
Per ciascuna classe acustica sono fissati: i valori limite di emissione, i valori limite assoluti di immissione, i valori limite differenziali di immissione, i valori di attenzione e i valori di qualità. I valori sono distinti tra periodo diurno (compreso tra le ore 6.00 e le ore 22.00) e quello notturno (compreso tra le ore 22.00 e le ore 6.00) e sono espressi in livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato A espresso in dB(A).
Definizione dei valori limite
I valori limite, differenti per ciascuna zona omogenea, si identificano in:
- Valori limite di emissione: valore massimo di rumore che può essere emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità della sorgente stessa.
- Valori limite assoluti di immissione: valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno, misurato in prossimità dei ricettori.
- Valori limite differenziali di immissione: differenza tra il livello equivalente di rumore ambientale (rumore con tutte le sorgenti attive) ed il rumore residuo (rumore con la sorgente da valutare non attiva). Il valore limite differenziale corrisponde a 5 dB per il periodo diurno e 3 dB per il periodo notturno. I valori limite differenziali non si applicano nei seguenti casi:
- all’interno delle aree classificate nella classe VI;
- quando il rumore misurato a finestre aperte sia inferiore a 50 dB(A) durante il periodo diurno e 40 dB(A) durante il periodo notturno;
- quando il livello di rumore ambientale a finestre chiuse sia inferiore a 35 dB(A) durante il periodo diurno e 25 dB(A) durante il periodo notturno.
- Valori di qualità: valori di rumore da conseguire nel breve, nel medio e nel lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili, per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla Legge 447/95.
- Valori di attenzione: valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana o per l’ambiente.
Definizione delle classi acusticamente omogenee
- Classe acustica I – Aree particolarmente protette
Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc. Valori limite della classe acustica I
- Classe acustica II – Aree prevalentemente residenziali
Rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali.
- Classe acustica III – Aree di tipo misto
Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici.
Classe acustica IV – Aree di intensa attività umana
Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie.
Classe acustica V – Aree prevalentemente industriali
Rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni.
Classe acustica VI – Aree esclusivamente industriali
Rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi.
Efficacia del Piano di Zonizzazione acustica
Il comune, tramite il piano di zonizzazione acustica comunale, fissa gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile del territorio nel rispetto della compatibilità acustica delle diverse previsioni di destinazione d’uso dello stesso e nel contempo, individua le eventuali criticità e i necessari interventi di bonifica per sanare le differenti e spesso numerose situazione di inquinamento acustico presenti e riportando tali situazioni al di sotto dei limiti di norma
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