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La protezione dell’udito

La protezione dell'udito 1

Che cos’è il rumore?

Dal punto di vista fisico il rumore è un segnale di disturbo rispetto all’informazione trasmessa in un sistema, ed è costituito da onde di pressione sonora; è un fenomeno oscillatorio che consente la trasmissione di energia attraverso un mezzo. Dal punto di vista fisiopatologico, il rumore impatta sul soggetto che lo subisce come un suono non desiderato, disturbante e potenzialmente patogeno.

Per tale motivo la protezione dell’udito risulta una parte fondamentale per la salvaguardia della salute, della prevenzione e della protezione dei lavoratori. Il D.lgs 81/08 impone, infatti, che a partire da un livello di esposizione Lex ≥85 dB (A) potrebbero esserci ricadute patologiche sull’udito.

Per questo motivo il datore di lavoro è obbligato ad effettuare la valutazione del rischio e provvedere alla diminuzione del livello di rumore, in tutti i modi a lui possibili prima con misure collettive e poi con misure individuali.

In quali malattie potrebbe incorrere l’udito del lavoratore se non protetto correttamente?

L’udito è uno degli apparati sensoriali più delicati del nostro corpo, perché costituito da cellule perenni che, una volta deteriorate non sono sostituibili. Il deterioramento di suddette cellule può provocare gravissime malattie, come l’ipoacusia professionale, e l’innalzamento della soglia acustica.

L’ipoacusia è una malattia che causa la diminuzione dell’udito e generalmente si suddivide in congenita e secondaria. La congenita avviene quando deriva da fattori ereditari o malformazioni mentre tra le secondarie l’ipoacusia professionale è causata da esposizione prolungata a rumori forti, originata da trauma acustico cronico. Quasi sempre colpisce entrambe le orecchie e non si aggrava se non si è più esposti alla fonte di rumore, anche se i danni provocati sono irreversibili.

Quest’ultima può essere considerata una malattia professionale quando è causata da attività specifiche indicate dalla legge o nell’esecuzione di attività a queste complementari svolte all’interno dello stesso ambiente. Ai sensi del Punto 44, Allegato n. 4 al D.P.R. 9 giugno 1975, n. 48.

I dispositivi di protezione individuale per preservare l’udito

I Dispositivi di protezione individuale per l’udito sono:

  • Cuffie;
  • Inserti Auricolari;
  • Caschi

Ogni tipologia di dpi elencate in precedenza hanno delle caratteristiche proprie.

Le cuffie sono costituite:

  • da conchiglie che coprono le orecchie e creano un contatto ermetico con la testa per mezzo di cuscinetti morbidi e rivestiti con materiale fonoassorbente,
  • fascia di tensione a sostegno in prossimità delle conchiglie che serve a sostenere le conchiglie stesse.

Esistono anche, in commercio, delle cuffie per la comunicazione  che permettono la trasmissione di  segnali, allarmi, messaggi di lavoro o programmi di intrattenimento;

Gli inserti auricolari o tappi sono invece protettori auricolari che vengono inseriti nel meato acustico esterno. Talvolta sono provvisti di un cordone o di un archetto di interconnessione. Tali dispositivi devono essere maneggiati in condizioni igieniche adeguate.

I tappi si possono dividere in due categorie: quelli che con inserti monouso, o quelli riutilizzabili.

I caschi coprono gran parte della testa e l’orecchio esterno allo scopo di ridurre ulteriormente la trasmissione dei suoni dalla scatola cranica all’orecchio.

La scelta degli otoprotettori

Per decidere la migliore tipologia di otoprottetori è opportuno riferirsi a:

  • lavoro fisico che comporta frequenti movimenti del capo;
  • temperature ambiente e/o umidità elevate;
  • lavoro che comporta l’uso di guanti;
  • localizzare sorgente sonora;
  • esposizione ripetuta a rumori di breve durata;
  • rumori ambiente a bassa frequenza.
  • Esposizione per lunghi periodi durante la giornata lavorativa;

Il lavoro in condizioni di rumore estremo a volte può necessitare di una protezione maggiore rispetto a quella fornita da ogni dispositivo usato singolarmente. Talvolta potrebbe essere consigliato l’utilizzo combinato di più dispositivi, mentre in altri casi potrebbe essere sconsigliato. È opportuno seguire il consiglio di persone competenti per quanto concerne la capacità di una combinazione di protettori a fornire una maggiore attenuazione, avvalendosi di dati sull’attenuazione del rumore con l’utilizzo delle combinazioni.

La norma EN 458

 Secondo la EN 458 ogni dispositivo di protezione individuale auricolare deve essere accompagnato dai dati di attenuazione sonora forniti dal fabbricante, espressi in 3 modi:

  • APVf: si riferisce all’attenuazione sonora del DPI per lo spettro di frequenza in banda d’ottava che va da 125 Hz a 8kHz con una serie di valori, in dB;
  • H,M,L: esprime, in dB, l’attenuazione sonora del DPI per le frequenze alte (H), medie (M) e basse (L);
  • SNR: definisce in dB, l’attenuazione sonora semplificata(Simplified Noise Reduction) del DPI.

L’attenuazione non deve generare  una protezione insufficiente o, viceversa, una iperprotezione ma deve essere il più possibile precisa e quindi riferita allo spettro del rumore da cui deve essere protetto il lavoratore in funzione dell’espletamento della propria mansione lavorativa.

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